Winamp Skin Museum è una raccolta a scorrimento infinito di 65 mila skin per Winamp, ricercabili e interattive. C’è una playlist predefinita (che include ovviamente Llama Whippin’ Intro) e si possono persino caricare file audio presenti sul computer. I più giovani probabilmente non sanno di cui si parla, ma Winamp ha rappresentato per anni, alla fine dei ’90, il metodo per antonomasia per ascoltare la musica in formato MP3. E adesso il “museo” colpisce nel cuore dei più nostalgici.
Per un certo verso le skin di Winamp rappresentano l’informatica di quegli anni, non solo a livello stilistico. Trasudano il concetto di anni ’90 in ogni loro pixel, in un momento in cui non solo si i software potevano godere di curate interfacce grafiche, ma queste potevano anche essere personalizzate. E adesso è possibile consultare fino a 65 mila skin per il mitico lettore multimediale, pensate in un’epoca quando il “possesso” della musica, anche digitale, aveva ancora un senso.
Le skin presenti nel museo erano state precedentemente raccolte su Internet Archive ma adesso sono state ri-assemblate in questo nuovo formato per opera di Jordan Eldredge. Su Twitter, Eldredge fa notare che è disposto a inserire nuove skin nel progetto, quindi chiunque volesse donare le proprie creazioni può farlo. Il creatore del museo descrive la collezione come un metodo per catturare “un momento iconico nella storia dell’arte di internet”, e come dargli torto.
L’approccio di Eldredge, in cui tutte le skin vengono proposte una dopo l’altra, ha solo un difetto: non riesce a mostrare le skin che – coraggiosamente, da tutti i punti di vista – cambiavano forma agli elementi e alla finestra stessa del lettore multimediale. Sono passati oltre 20 anni da quando utilizzavamo Winamp tutti i giorni, e il museo ci fa ricordare quanto fosse diverso l’approccio con l’informatica e i computer. Insomma, sarebbe molto difficile pensare oggi un client personalizzabile per Spotify o per gli altri servizi analoghi